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Allora.. eccoci alla penultima puntata di questa avventura. La prossima volta posterò il lavoro finito.. manca ancora qualcosina.. ma ci siamo quasi. Comunque oggi vi mostro quella che è la struttura del diorama.

Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4 Cercando in rete e sui walk-around ho trovato diverse foto interessanti, specialmente riguardanti la rampa di alaggio che spesso era realizzata con tavole di legno posizionate ed incastrate quasi sempre nel solito modo. Questo era il punto di partenza. Un altro vincolo che mi sono imposto per motivi di spazio era creare un diorama che potesse entrare nella mia bacheca di vetro, per cui il lato corto avrebbe dovuto essere tassativamente al massimo 40 cm. Questo obbligo avrebbe anche determinato, una volta posizionata la rampa con un’inclinazione ragionevole, la posizione finale dell’aereo sulla stessa rampa. Sono partito quindi da una base di legno truciolare quadrata della dimensione di 39 x 39 cm spessore 5 mm considerando che poi avrei dovuto “perimetrare” la base sia per contenere la colata in resina che per definire l’esterno del diorama. Ho rimediato una lastra in plexiglass sulla quale ho incollato dei listelli di legno di varie misure da modellismo nautico. Ogni tavola è stata smussata con un cutter e lavorata con una spazzola di ferro per simularne l’usura. Usando delle foto d’epoca come riferimento ho composto quindi questa parte. Tra una tavola e l’altra ho inserito della vera rena di mare fissata con colla vinilica diluita in acqua. Ho poi eseguito dei lavaggi ad olio con varie tonalità di marrone direttamente sul legno.

Tutte le immagine seguenti sono inserite solo a scopo di discussione modellistica.









... in questa ultima foto tra l'altro mi sa che c'è un tipo è poco vestito.. vabbè.. pazienza..
voi concentratevi sulla parte dove queste persone camminano...









Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4 Altro elemento che avevo in mente di ricreare per dare un po’ di volume al diorama era una porzione di porticciolo/molo. Dopo avere valutato sul come realizzarlo ho deciso di provare ad utilizzare una lastra di PVC espanso (isolante per muri) reperita alla Brico della mia città. La superficie aveva già quella rugosità tipica della pietra, era comunque facilmente carteggiabile all’occorrenza e, cosa più importante, si poteva incidere con un qualsiasi strumento appuntito. Inoltre per pochi spiccioli ne ho presa una lastra di quasi un metro quadrato. Unica noia lo spessore un po’ esagerato. Poco male. Con un bisturi si può facilmente tagliare senza che si sbricioli e poi pareggiare con carta abrasiva. Ho quindi cominciato a tagliare ed incidere fino ad ottenere i pezzi che mi servivano. Attenzione: questo prodotto non sopporta assolutamente il contatto con colla ciano, per plastica ed altre cose aggressive. Va tassativamente utilizzata colla vinilica come il Vinavil che comunque garantisce una perfetta e resistente saldatura. Ho scoperto più avanti, e a mie spese, che non sopporta nemmeno l’acqua ragia!!! Comunque le parti sono state assemblate ed ho voluto anche ricreare un piccolo danno da contatto su una pietra del muro verticale. Ho dato una prima colorazione di base con un grigio neutro acrilico in bomboletta che avevo in casa. Da qua sono partito ad aerografare varie sfumature di colore dal grigio scuro al bianco.

















Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4 Ho costruito una bitta partendo da un raccordino a 90° utilizzato in giardinaggio ed adattato all’occorenza con stucco bicomponente. Il pezzo poi è stato incollato su plasticard ed il tutto è stato dipinto direttamente con i pigmenti color ruggine cercando di ottenere la tipica rugosità di questi oggetti.



/* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; font-family:"Times New Roman"; mso-ansi-language:#0400; mso-fareast-language:#0400; mso-bidi-language:#0400;} st1\:*{behavior:url(#ieooui) } /* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; font-family:"Times New Roman"; mso-ansi-language:#0400; mso-fareast-language:#0400; mso-bidi-language:#0400;} Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4

A questo punto è ora di pensare al fondale marino.

Ho calcolato che la colata di resina sarebbe stata di13/15 mm per cui in questo poco spessore avrei dovuto ottenere un senso di profondità solamente con la pittura del fondale. Ad ogni modo, non avendo intenzione di mettere sul fondo niente per evitare  assorbimento di colore, ho deciso di utilizzare della carta recuperata da fazzolettini e fissarli con acqua e Vinavil (in pratica semplice cartapesta) simulando il terreno alla fine della rampa e sotto il molo. Ho anche leggermente scavato il legno per segnare la posizione dell’aereo ed incastrare i galleggianti in modo da recuperare qualche mm di altezza. La colorazione del fondale è stata fatta con colori ad olio senza nessun tipo di preparazione. Ho utilizzato diverse tonalità di blu e verde cercando di creare quante più sfumature possibili. Il fondale è stato poi aerografato con i colori trasparenti Tamiya blu e verde per armonizzare la colorazione. Infine una mano abbondante di cera Future per la lucidatura finale. Prima di passare alla colata della resina effetto acqua ho creato i bordi del diorama. Questi sono stati creati con del plexiglass tagliato a misura e carteggiato su entrambi i lati per poi essere verniciato. E’ fondamentale sigillare bene il perimetro con colla vinilica e cera Future eliminando anche la più piccola fessura in quanto la resina è molto liquida. Inoltre vista la brutta sorpresa avuta con l’acquaragia sul porticciolo ho deciso di sigillare anche la parte del molo che sarebbe entrata in contatto con la resina. Per fare questo ho passato diverse mani di colla vinilica diluita in acqua  fintanto che è risultato tutto ben protetto e sigillato.













Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4

Per riprodurre l’acqua mi sono procurato due confezioni da 800 Gr di resina epossidica E-30 della Prochima ed alla fine non è avanzato niente. Il prodotto è piuttosto costoso ma probabilmente è uno tra i migliori sul mercato. Ho quindi posizionato l’aereo nella posizione prevista, ho fissato sul fondo i tre pali che avevo preparato (ricavati da un listello per modellismo nautico, bruciati leggermente e grattati con spazzola di ferro) nonché un bidone già invecchiato insieme agli altri del diorama e dotato di catene da utilizzare quale boa. La barchetta con il pescatore deve essere fissata prima dell’ultima colata.

Non avendo mai utilizzato questo tipo di prodotto ho preferito andare per gradi prevedendo 4 colate di circa 4mm ciascuna (400gr di prodotto). Quindi servendomi di una bilancina elettronica ho dosato le due componenti (60% resina e 40% catalizzatore) colorando contemporaneamente con i trasparenti Tamiya blu e verde miscelati  tra loro per accentuare il senso di profondità. Per la colata mi sono servito di un pennello sul quale fare scivolare il prodotto in modo da cercare di evitare per quanto possibile le bolle d’aria (qualcuna però si è creata ed è rimasta.. pazienza). Il prodotto è assolutamente autolivellante e si presenta come olio. Scivola lentamente fino a che dopo qualche minuto si insinua ovunque raggiungendo il livello finale. Per questo motivo è importante effettuare la colata su una superficie che sia davvero in piano. Dopo 12 ore è possibile fare la seguente colata che ho colorato con tonalità meno scure. Solito discorso per la terza. La quarta colata è stata appena sporcata di celeste. Prima di effettuare questa si piazza la barchetta con colla vinilica rialzandola di  un paio di mm. L’ultima fase è la più critica in quanto si devono ricreare le onde. Per questa operazione ho utilizzato il phon con aria calda ma di questo vi parlerò nell'utima puntata.

Le foto sotto sono relative alla prima colata








Bene.. per oggi è tutto. La prossima settimana vi mostrerò il lavoro finito. Che ne pensate? A presto, Claudio

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SPETTACOLO!!!!

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